domenica 25 settembre 2011

Quando leggi un libro e ti sembra di guardare un film

Oggi, mio malgrado, ho terminato una lettura che se pur leggera è risultata essere molto piacevole e devo dire adatta anche al periodo estivo, con i suoi toni freschi, giovani, solari.
Il libro che ho letto è "Un posto nel mondo" di Fabio Volo



Certo non si può parlare di lettura edificante, ma per l'approccio, per l'intento, per lo scorrere fluido delle parole, delle frasi tanto semplici quando efficaci può essere considerato un testo che va d'accordo con i caldi pomeriggi d'estate; quelli con il sole che inizia a scendere solo alle 18.30 e che forse, per i panorami concessi alle 20.00 quando il sole pian piano si adagia nel mare, inducono a qualche riflessione esistenziale del tipo...cosa ne farò della mia vita?? ho 21 anni e tutto da scoprire, tutto da esplorare, tutto da azzannare e tutto da ribaltare...seguirò imperterrita le orme di una vita già in parte prefissata o arrivarà qualcosa, un attimo, che farà ripartire tutto da zero?

Ecco questo libro accompagna bene questo tipo di pensieri, li invoglia a farsi strada nella mente, li aiuta a formarsi e ne supporta la formulazione. Ma la sfaccettatura più coinvolgente di questo scritto, secondo me, è la verosimiglianza del racconto: parola dopo parola, sul binario della semplicità, le frasi prendono vita in una pellicola cinematografica che veloce scorre davanti agli occhi.
Ogni movimento dei personaggi, ogni azione, ogni luogo, ogni espressione sono lì, davanti ai miei occhi, posso sentire le voci appassionate dei protagonisti, posso toccare i volti una pagina sorridenti, una pagina in lacrime. I paragrafi scorrono veloci, come scorrono veloci le immagini che generano, ma non è una velocità tumultuosa, anche nei tratti più salienti, più movimentati e turbolenti è una velocità ovattata che concede sempre un minimo spazio a quelle riflessioni che hanno bisogno di tempo, che hanno bisogno di pace, come se a fronte di una scarica di colori potenti subentrassero a tratti regolari i colori pastello a riportare la calma.

Questo testo sa darti la risposta in poche righe, l'immagine in pochi movimenti dei personaggi, i pensieri dentro poche parole.
Ripeto che non potrà essere considerato un esempio di narrativa che passerà alla storia, non potrà nemmeno essere classificato come vero e proprio "romanzo", ma accolto con la giusta predisposizione può rivelare piacevoli sorprese, ma non tanto per il testo in sé, quanto per le inaspettate ripercussioni sul lettore.
Io da lettrice ho trovato stampato su pagine bianche quello che ho sempre avuto rimescolato in testa in maniera molto confusa, le classiche domande dei 20 anni, i classici muri insormontabili, i classici ostacoli da aggirare (sì...ma come?), il senso di irrisolto di ogni singola mia giornata, il bisogno di una svolta, la svolta che arriva e tu che sei lì pronto a salire sul treno, o forse no. Dentro questo libro c'è tutto questo, proposto con l'ingenuità di un ragazzo che nell' "improvvisarsi" scrittore, poco più che trentenne, porta con sé tutti gli interrogativi di una generazione "esistenziale" come la nostra, quella del "chi sarò" e del "sogno sempre lì nel cassetto da realizzare".
Il film che ho visto grazie a questo libro è un film denso di passione, da quando ci si sveglia al mattino a quando ci si cucina la cena la sera, è un film fatto di domande a cui talvolta fanno seguito risposte, talvolta invece no (e forse questo è un bene), è un film fatto di coraggio, quel coraggio che bisogna saper usare da quando si inizia a camminare a quando ci si ritrova vecchi e circondati di nipoti, è un film fatto di senso, quello che va dato, col giusto peso, a tutte le cose che in un modo o nell'altro attraversano la nostra vita.
Da questo film ho imparato la dignità della propria persona, quanto vada messa davanti ad ogni cosa, ho imparato che talvolta bisogna percepirsi, bisogna ascoltarsi per trovare la strada giusta, (per trovare il proprio posto nel mondo) e che questa non sempre viene dettata dalla ragione.



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