domenica 16 settembre 2012

PubMed: cerchiamo di capire, se non come si guida un'auto, almeno come si sale...

Oggi svierò dal tema specifico di questo blog tendando di dire la mia su quel pozzo di scienza che mi è parso essere PubMed .
Devo essere sincera, da quello che mi era stato detto avavo più o meno capito che si trattasse di uno strumento estremamente specialistico, di non facile utilizzazione a meno di conoscenze altrettanto specialistiche, ma sicuramente fonte di non poche informazioni e documentazioni ovviamente non potendo prescindere dal conoscere "come si usa".
Come credo la maggior parte delle persone che approcciano per la prima volta questo sito anche io, nell'immediato, ho digitato la prima cosa che mi è venuta in mente nella barra di ricerca e la cosa che ho subito notato è la quantità e la variabilità del materiale che veniva trovato....migliaia di risultati con argomentazioni estremamente differenti l'una dall'altra, pur rimanendo nel tema da me digitato.
Mi sono accorta che quello NON era il modo più corretto per  tentare la prima interazione con questa fonte, per ovvi motivi: limitarsi al digitare una o più parole nella barra di ricerca significa, nel contesto di questo sito, andare a cercare un ago in un pagliaio.
Ecco che sono ritornata alla home e mi sono detta: "ok, questo stumento sicuramente deve essere appocciato in altro modo, non si userà solo così"
Il passo successivo è stato riflettere su chi/cosa mi potesse dare informazioni sul corretto utilizzo di questo stumento....e le risposte sono state:
1) lo strumento stesso!!!


Come ogni sito che si rispetti anche PubMed è fornito di un'area "Quick Start Guide" che poi ho notato rimandare ad una parte specifica della più vasta area "FAQs". Qust'ultima nel caso di PubMed è particolarmente curata con tutorials in formato video. E' veramente un'area vastissima che, in particolar modo, nella sezione PubMed Quick Start (quella a cui si viene convogliati cliccando nella home page "Quick Start Guide") accompagna passo dopo passo chi è alle prime armi al corretto utilizzo di questo strumento e scorrendo verso il basso si possono trovare tutti i vari esempi di ricerca: author, journal name ecc...


Ecco che quindi la ricerca può effettivamente prendere forma in maniera più sensata e razionale.
Sicuramente l'area "FAQs" è la fonte più attendibile e completa per la corretta utilizzazione di PubMed, ma per scrupolo....
2) ho provato a digitare su Google "PubMed istruzioni" e come prima voce ho trovato un vademecum molto breve e funzionale in formato .pdf proprio per lo scopo da me inquadrato: muovere i primi passi in PubMed. Questo documento l'ho trovato utile e funzionale oltre per i contenuti in sé anche per il fatto che cercasse di far confluire in un unico documento, tramite l'ultilizzo di links, istruzioni in italiano ed il tutorial originale in lingua inglese redatto dal sito PubMed in modo da avere un quadro più completo possibile per, come sottolinea tale documento, comprendere "i concetti di minima per poter effettuare al meglio una buona ricerca". Il documento da me citato è questo .  In rete ve ne sono altri molto più complessi e molto più lunghi (ad esempio questo . E' un ebook un po' più complesso, ma molto chiaro che, con riferimenti e immagini, aiuta nella comprensione e nell'ultilizzo di questo sito) che però ho ritenuto si allontanassero troppo dal mio livello. E' la prima volta che mi approccio a PubMed, avevo bisogno di qualcosa di breve, di facile comprensione e che mi desse nozioni minime di base.

Detto questo la panoramica sull'utilizzo di PubMed, mi pareva fosse, sicuramente ancora non completa, ma indubbiamente un po' più chiara rispetto al momento del primo approccio. Un'altra cosa sicuramente mi si era delucidata: ovvero che quello che viene offerto dalla home del sito, con vari link a mia disposizione potesse trovare poi, in parte, completamento per quato riguarda le possibilità che offre questo sito, in tre funzionalità:


Due di queste: Resources e How to hanno scopi simili ovvero limitare la ricerca nella forma e nei contenuti ad aree di interesse più ristrette


Mentre Advanced permette, anche senza dover restringere l'area scientifica di interesse, di indirizzare la ricerca secondo altri paramentri.


L'ultilizzo dell'opzione Advanced permette di inserire al posto della dicitura "All Fields" tutta una serie di parametri che potranno poi essere completati nello spazio di ricerca posto sulla destra (qualora si ricerchi per "data" il campo a destra sarà sostituito da due campi in cui poter inserire parametri temporali). Inoltre con l'ultilizzo degli opertori boleani (AND, OR, NOT) si può gestire la ricerca ultilizzando le nozioni di base di insiemistica. I parametri da poter inerserire possono essere molteplici e questa area di PubMed permette di aggiungere (o togliere) dai parametri di ricerca quanti criteri specifici noi vogliamo tramite l'utilizzo di tasti appositi per l'aggiunta o la rimozione di tali criteri.



Considerando che ho impiegato 3 ore per informarmi e capire quale fosse l'architettura di base di questo sito, si intuisce bene che la strada per poter "dominare" il sito è ancora lunga. Il mio intento infatti era quello di, diciamo, evitare di rimanere spiazzata la prossima volta che deciderò di far uso di PubMed.

Ho pensato che fosse più produttivo sfruttare questo post in questo modo piuttosto che limitarmi ad inserire qualcosa nella barra di ricerca e vedere cosa ne veniva fuori. Ho fatto anche questo, è stata la prima cosa che ho fatto e sono rimasta insoddisfatta, dunque ho preferito questo tipo di approccio...del resto sapere che in un'auto va messo del carburante senza però sapere come si guida una macchina serve a poco!




lunedì 26 settembre 2011

PERCHE' LA VITA E' TUTTA UNA QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA!!!!!!




....e vanno cercati tutti, vanno scovati, vanno conquistati, vanno desiderati...
e tutto ciò si sposa molto bene con la trama del libro presentato nel mio ultimo post dove anche lì la vita è tutta una scoperta, dove l'interpretazione non è mai la stessa, dove nessuno sta sempre dalla parte del giusto e nessuno sta sempre dalla parte dello sbagliato.....

....e Robin Williams esprime magistralmente questo concetto in questo breve spezzone del film "L'Attimo fuggente" (titolo originale Dead Poets Society) , regia Peter Weir , anno 1989

domenica 25 settembre 2011

Quando leggi un libro e ti sembra di guardare un film

Oggi, mio malgrado, ho terminato una lettura che se pur leggera è risultata essere molto piacevole e devo dire adatta anche al periodo estivo, con i suoi toni freschi, giovani, solari.
Il libro che ho letto è "Un posto nel mondo" di Fabio Volo



Certo non si può parlare di lettura edificante, ma per l'approccio, per l'intento, per lo scorrere fluido delle parole, delle frasi tanto semplici quando efficaci può essere considerato un testo che va d'accordo con i caldi pomeriggi d'estate; quelli con il sole che inizia a scendere solo alle 18.30 e che forse, per i panorami concessi alle 20.00 quando il sole pian piano si adagia nel mare, inducono a qualche riflessione esistenziale del tipo...cosa ne farò della mia vita?? ho 21 anni e tutto da scoprire, tutto da esplorare, tutto da azzannare e tutto da ribaltare...seguirò imperterrita le orme di una vita già in parte prefissata o arrivarà qualcosa, un attimo, che farà ripartire tutto da zero?

Ecco questo libro accompagna bene questo tipo di pensieri, li invoglia a farsi strada nella mente, li aiuta a formarsi e ne supporta la formulazione. Ma la sfaccettatura più coinvolgente di questo scritto, secondo me, è la verosimiglianza del racconto: parola dopo parola, sul binario della semplicità, le frasi prendono vita in una pellicola cinematografica che veloce scorre davanti agli occhi.
Ogni movimento dei personaggi, ogni azione, ogni luogo, ogni espressione sono lì, davanti ai miei occhi, posso sentire le voci appassionate dei protagonisti, posso toccare i volti una pagina sorridenti, una pagina in lacrime. I paragrafi scorrono veloci, come scorrono veloci le immagini che generano, ma non è una velocità tumultuosa, anche nei tratti più salienti, più movimentati e turbolenti è una velocità ovattata che concede sempre un minimo spazio a quelle riflessioni che hanno bisogno di tempo, che hanno bisogno di pace, come se a fronte di una scarica di colori potenti subentrassero a tratti regolari i colori pastello a riportare la calma.

Questo testo sa darti la risposta in poche righe, l'immagine in pochi movimenti dei personaggi, i pensieri dentro poche parole.
Ripeto che non potrà essere considerato un esempio di narrativa che passerà alla storia, non potrà nemmeno essere classificato come vero e proprio "romanzo", ma accolto con la giusta predisposizione può rivelare piacevoli sorprese, ma non tanto per il testo in sé, quanto per le inaspettate ripercussioni sul lettore.
Io da lettrice ho trovato stampato su pagine bianche quello che ho sempre avuto rimescolato in testa in maniera molto confusa, le classiche domande dei 20 anni, i classici muri insormontabili, i classici ostacoli da aggirare (sì...ma come?), il senso di irrisolto di ogni singola mia giornata, il bisogno di una svolta, la svolta che arriva e tu che sei lì pronto a salire sul treno, o forse no. Dentro questo libro c'è tutto questo, proposto con l'ingenuità di un ragazzo che nell' "improvvisarsi" scrittore, poco più che trentenne, porta con sé tutti gli interrogativi di una generazione "esistenziale" come la nostra, quella del "chi sarò" e del "sogno sempre lì nel cassetto da realizzare".
Il film che ho visto grazie a questo libro è un film denso di passione, da quando ci si sveglia al mattino a quando ci si cucina la cena la sera, è un film fatto di domande a cui talvolta fanno seguito risposte, talvolta invece no (e forse questo è un bene), è un film fatto di coraggio, quel coraggio che bisogna saper usare da quando si inizia a camminare a quando ci si ritrova vecchi e circondati di nipoti, è un film fatto di senso, quello che va dato, col giusto peso, a tutte le cose che in un modo o nell'altro attraversano la nostra vita.
Da questo film ho imparato la dignità della propria persona, quanto vada messa davanti ad ogni cosa, ho imparato che talvolta bisogna percepirsi, bisogna ascoltarsi per trovare la strada giusta, (per trovare il proprio posto nel mondo) e che questa non sempre viene dettata dalla ragione.



mercoledì 21 settembre 2011

Quando il make up non è esattamente quello...del sabato sera!!!!

Oggi mi va di "giocare" con un argomento secondo me molto divertente, ma allo stesso tempo molto lontano da me e da, credo, molti di noi: il make up teatrale/cinematografico.
Mi incuriosisce molto e mi incuriosisce soprattutto l'idea di poter sembrare qualcosa di diverso da me per un periodo limitato di tempo, per poi tornare a sembrare me stessa e a vestire i miei panni con un sola passata di acqua e sapone. (o quasi......)
Non sareste incuriositi dal guardarvi allo specchio e non riconoscervi?
Non sareste divertiti dal sembrare un alieno/un caprone/ un mostriciattolo e magari comportarvi come tali solo perchè coperti da un po' di plastilina e tanto trucco?
Non sareste spinti a fare/dire cose che normalmente non fareste/direste senza vergognarvi solo perchè irriconoscibili?


Ecco alcuni esempi........
Lei si chiama Karolina Rosenlöf e la vedete in basso a sinistra nella foto.......ma nello stesso tempo lei è un bellissimo ALIENO!!!!
Forse un po' esagerato per un meno esigente carnevale, ma di certo un ottimo risultato per una pellicola cinematografica o per uno spettacolo teatrale!













Lui invece è Mattias Ermedahl (anche lui lo potete vedere nel riquadro in basso a sinistra). Il trucco cinematografico è stato usato affinchè Mattias potesse interpretare un ruolo nel telefilm svedese "The Portrait". Ne sono stati modificati i capelli, le sopracciaglia, i baffi la barba ed ovviamente i denti!!!! Io un bacino non glielo darei...... :)







Che ne dite invece di un bel CAPRONE???
Se avete voglia di andare alla scoperta dell'animale che c'è in voi...bé questa potrebbe essere una buonissima/bellissima opzione! Gli effetti speciali di questa maschera sono stati ottenuti principalmente mediante l'ultilizzo del silicone.












Volete assomigliare all'uomo che è stato letteralmente mutilato da Mike Tyson?? Niente paura...si può fare!
Lui è Tomas von Brömssen (anche lui in basso a sinistra) ed è stato mutilato/modificato per girare il film "Juloratoriet"....forse non pensava ad un effetto post Mike Tyson, ma il risultato è decisamente simile!





Quanti di voi sono curiosi di sapere come saranno fra qualche anno? Eccovi accontentati....un invecchiamento in piena regola.
Lui è Lars-Magnus Larsson e per l'occasione oltre che farsi aggiungere qualche anno ha desiderato esser vecchio nell'ormai non così recentissimo '69...si è tramutato in un vecchietto hippie in piena regola!










Volete sembrare qualcosa di veramente lontano da esseri umani/animali? Che ne dite di un omino per i crash tests? Lui è Patrick Sjöström ed è stato traformato per una serie di spot commericali della autovettura Volvo 940.....se vi balena in testa questa idea occhio a non farvi scambiare per uno vero...fareste una brutta fine!



Con questo vi lascio, ma vi consiglio di dare un occhio al sito da cui ho tratto tutte queste immagini : makeup-fx
...e ricordate...niente è impossibile, anche essere un caprone o un omino dei crash tests!!!

martedì 20 settembre 2011

“Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.” Cesare Pavese


E' vero....è circa un anno e mezzo che questo blog è stato lasciato a se stesso...un po' per dimenticanze della proprietaria, un po' per effettiva mancanza di voglia, un po' per liste di priorità che non lo hanno visto propriamente ai primi posti, ma ora sto scrivendo...e questo basta a cancellare i 20 mesi di silenzio.

Oggi mi sono messa davanti al pc con un intento preciso tanto quanto ostico: fare una piccola riflessione sugli attimi.

Parlare degli attimi non è mai semplice, non è mai banale, non è mai uguale.

Ogni attimo è un piccolo mondo denso di significati in grado di cambiare le nostre giornate...in grado di cambiare la nostra vita. La potenza dell'attimo risiede nella sua durata così limitata e nel suo effetto così determinante.
Ogni bivio da cui siamo passati e che in qualche modo abbiamo superato prendendo quella o l'altra strada porta con sé in maniera evidente o in maniera sottaciuta un attimo, quell'attimo in cui abbiamo preso "quella" decisone, quell'attimo in cui ci siamo lasciati trascinare, quell'attimo in cui abbiamo deciso di mollare o quell'attimo in cui abbiamo deciso di combattere...quell'attimo in cui non ci siamo accorti di vivere un attimo determinante e lo abbiamo scoperto solo dopo...con un sorriso o con una lacrima.

Ma pensare che la vita sia solo un mero susseguirsi di attimi è cosa assai limitata, è cosa assai misera.
Noi siamo gli attimi della nostra vita e alla fine della corsa forse arriveremo a ridere anche di quelli peggiori, quelli che ci hanno fatto dannare, quelli che ci hanno fatto maledire tutto e tutti, forse perché alla fine della corsa abbiamo la coscienza più adatta per comprendere come gli attimi, nel bene e nel male, siano il motore della rivoluzione di ogni giornata e siano il motore della rivoluzione di una vita; gli attimi vanno cercati, vanno desiderati, vanno talvolta subiti, vanno talvolta odiati, perché alla fine saranno quelli che ci metteranno costantemente alla prova, che risolleveranno il nosto animo quando saremo lì lì per gettarlo, che ci faranno uscire quella forza che non avremmo mai pensato di avere, che ci faranno trovare il coraggio di prendere in mano la nostra vita.

Gli attimi siamo noi e noi siamo tutti gli attimi che viviamo.

Sliding Doors....quando un attimo ti rivoluziona la vita
Ragia: Peter Howitt
Anno: 1998




giovedì 11 marzo 2010

Intanto....presentiamoci!!

Salve a tutti...avanti con le presentazioni!!

Dovrei essere meno intimidita del solito visto che di fronte a me ho una scatola appiattita che non dà particolari segni di vita e che invece di stringere una mano sto nervosamente sbattendo le mie falangi su un abbecedario virtuale..bè in realtà non è così.

Mi chiamo Eleonora, ho 20 anni (oddio...di già 20?!?mamma mia) e non troppo altro da dire di strettamente personale.

Le mie vicessitudini universitare hanno un che di apocalittico ( stile "never ending story"): ho inziato con le fantomatiche Biotecnologie, che mi sa tanto accomunano molti di noi, poi sono naufragata, non si sa bene nè il come nè il perchè, per ben una settimana ad Economia Aziendale (giusto per dare un'occhiata in attesa delle graduatorie che il Ministero si era dimenticato di pubblicare), ma non contenta ( e decisamente stressata dall'attesa ) durante la settimana di Economia Aziendale sono andata a seguire una mattinata di Diritto Privato a Giurisprudenza (proprio per non farsi mancare niente).

Escono i risultati. 265esima ( e lì avrei voluto fare la fine di Willy il Coyote che precipita nel Gran Canyon....sguardo compreso)....ma oltre al danno pure la beffa.

Mi sono detta....sai, non fossi "entrata" (io tra l'altro "entrare" lo dico se entro da una porta...dal retro...dalla finestra se mi si è chiusa la porta e le chiavi sono in casa...vabbè ma ormai le espressioni gergali ci manipolano) da nessuna parte..mi sarei messa l'animo in pace. E invece no!!! 265esima a Medicina e Chirurgia e clamorosamente "entrata" dalla porta principale di Logopedia, Fisioterapia e Tecnico di Radiologia ( test al quale mi aveva iscritto forzatamente mio padre ). Ora, ma dico io, questa è NEMESIS!!! dove ho peccato io di tracotanza!!!?????Tra l'altro mi dispiaceva pure per tutti quei ragazzi forse molto più vogliosi di me di diventare una di queste tre figure professionali ai quali in un corso di laurea o nell'altro avrei soffiato via un posto.

Comunque, morale della favola, mi sono fatta un mese di Logopedia in cui ho visto di tutto, in cui ho cantato ( per davvero, lo giuro, era parte della seduta di ambulatorio), mangiato biscotti, fatto l'attrice (tutte cose incomprensibili per chi non si è affacciato almeno una volta al dipartimento di Foniatria...), tutto ciò mentre il Ministero si divertiva a testare la nostra reale capacità di resistenza allo stress bloccando dapprima le graduatorie per probabili aggiunte di posti, aggiungendo posti e chiudendo il giorno dopo il concorso, fino a farci giungere le più terrificanti notizie (stile telofono senza fili) su persone che venivano contattate telefonicamente per la conferma dall'ammissione (la notizia più terrificante è stata...sono arrivati al 263esimo e lì si sono fermati).

Ecco, lì ho smoccolato tanto...ma tanto tanto....

In fine, ben ad inizio Novembre, ho inizato a trovare chiamate di un centralino sul cellulare alle quali io OVVIAMENTE (mannaggia a me) non rispondevo; voi mi direte...richiama tu...bè non si può perchè il numero del centralino NON E' COMPLETO!!!

Lo stesso giorno in cui le mie compagne di corso mi fecero notare che l'inizio di quel numero corrispondeva a qualcosa che aveva a che fare con l'università ( visto che io ....babbea ...ancora non c'ero arrivata tanto da continuare a maledire questo numero ogni volta che lo trovavao fino quasi ad aver paura di un ipotetico stalking), riuscii a rispondere a quella fantomatica telefonata.

E grazie a quella telefonata oggi sono qui.

Non so quanto potrà essere interessante questa mia digressione, ma visto che ciò che sostanzialemente ci accomuna è l'università, ho preferito presentarmi parlandovi, in chiave ironica (anche se è stato devastante), dell'odissea da me affrontata e partita circa una anno e mezzo fa.

Per parlare di me al di fuori dell'università ci sarà tempo e modo nei prossimi post.....un saluto a tutti!!!!